Il piccolo Isaac nasce
il giorno di Natale dell'anno 1642. Suo padre Isaac era un allevatore
che si contraddistingueva dagli altri allevatori per la fantasia con
cui scelse il nome del figlio. Sfortunatamente però il piccolo
Newton non conobbe mai il suo fantasioso papà, poiché morì tre
mesi prima della sua nascita. Il bambino nacque in realtà prematuro,
ed era così piccolo che sua mamma disse che poteva infilarlo in una
tazza, anche se non sappiamo come le sia venuto in mente di provarci.
Quando raggiunse i tre anni sua mamma si risposò, andando a vivere
col nuovo marito e affidando Isaac alle cure dei nonni.
Isaac non la prese bene
e qualche anno più tardi reagì minacciando di bruciare la casa
della madre e del patrigno.
Con loro dentro.
Amore di mamma.
Isaac non dovette
sopportare il padrino troppo a lungo però, poiché morì anche lui
quando il nostro aveva 10 anni, lasciandogli un'eredità mica male
con cui poté pagarsi l'istruzione alla King's School. In quegli anni
cominciò una relazione sentimentale con la figliastra del padrone di
casa, relazione che finì presto, probabilmente perché a Newton
piaceva di più guardare meridiane e costruire modellini di mulini
funzionanti. In seguito non riuscì più a rimorchiare, poiché
utilizzava sempre la solita frase da rimorchio di scarso successo:
vuoi vedere la mia collezione di meridiane?
Nel
1658 però la voce della mamma lo chiamò all'ordine:
ISAAAAAC!!
SMETTILA DI GIOCARE CON LE MERIDIANE E VIENI AD AIUTARMI COI CAMPI,
CHE QUEGLI STRONZI DEI TUOI PADRI SONO MORTI PUR DI NON AIUTARMI.
Isaac,
più furbo nel trattare sua madre che nel trattare le altre donne,
usò la tecnica più vecchia del mondo:
Ma
ma'! Non sono capace!!
Fece
così schifo a coltivare i campi che sua madre, rassegnata, cominciò a chiedersi cosa potesse farsene di quel figlio così imbranato. Fortunatamente il preside della scuola le disse: “Signora,
guardi, non vorrei essere invadente, ma come dire...ho un po'
l'impressione che Isaac Newton sia un filo sprecato come contadino.”
Nel 1661 allora tornò
a studiare, e venne mandato al Trinity College, dove si studiava
Aristotele.
"Aristotele? Ma fa così 1650! Io voglio studiare Cartesio!"
Quattro anni dopo però
il college venne chiuso per peste, e Isaac decise quindi di isolarsi
dal mondo e dedicarsi ai suoi studi: scoprì così le identità di
Newton e il metodo di Newton.
Toh! Si chiamano come me!
Negli stessi anni
cominciò a sviluppare il calcolo infinitesimale, in modo
indipendente dalle ricerche di Leibniz. Quando Leibniz disse: “ho
sviluppato il calcolo infinitesimale!”, qualcuno disse: “Ma
Newton l'ha fatto prima di te!” “Ma non l'ha pubblicato!”
“Newton! Perché non l'hai pubblicato se l'hai studiato?!” “Mi
vergognavo! Avevo paura che mi avreste preso in giro.” “Ma sei
matto? Sei un genio!”
E fu così che Newton
si fece arrogante e cominciò l'eterna battaglia fra i due per
decidere chi l'avesse sviluppato prima.
Leibniz: “Sono stato
io!”
Newton: “No! Io!”
Leibniz: “No! Io!”
Newton: “No! IO!”
E così via fino a
quando Leibniz non morì e Newton esclamò: “Ah-A! HO VINTO!”
"Sarà, ma la mia parrucca è più bella."
A sottolineare la
grande maturità con cui Newton affrontava i dibattiti, quando
pubblicò i suoi studi sull'ottica e Robert Hooke glieli criticò,
Newton decise di ritirarsi dal dibattito e odiarlo dal suo angolino,
scrivendogli però in una lettera: “Se ho visto più lontano è
stato perché stavo sulle spalle dei giganti....maledetto nano che non sei altro.”
Sembra che Robert Hooke
fosse piuttosto basso.
Una volta, il giovane
Newton, ipotizzando che il colore derivasse dalla pressione
sull'occhio, decise di infilarsi un ago in un occhio per poter
picchiettare sul retro, notando: “WOW, vedo dei cerchi bianchi e
neri, che sballo!”.
Ma arriviamo al 1666,
l'anno della faccenda della mela. Il nostro Isaac se ne stava
tranquillo e felice sotto a un melo quando una mela si staccò e andò
a cadergli in testa. Non potendo diventare più matto di quello che
era già per il colpo in testa, ebbe un'illuminazione: ma se questa
mela mi cade in testa, com'è che la Luna non cade sulla testa della
Terra?
E questa è la parte dell'aneddoto famoso. Quello che però non si dice è che Newton cominciò a fare tutti i suoi calcoli e le sue teorie, ma dopo essersi reso conto di avergli sbagliati reagì all'incirca così:
E questa è la parte dell'aneddoto famoso. Quello che però non si dice è che Newton cominciò a fare tutti i suoi calcoli e le sue teorie, ma dopo essersi reso conto di avergli sbagliati reagì all'incirca così:
"Ma allora
andate a cagare! Non mi interessa più!"
Ci vollero 12 anni
prima che si convincesse a tornare sui suoi passi e 21 anni prima che
si convincesse a pubblicare le sue scoperte: diede così finalmente
alle stampe i Principi matematici della filosofia naturale.
Newton
divenne famoso. Si ritrovò circondato da ammiratori e fra questi
finì per stringere amicizia con un matematico svizzero di nome
Nicolas Fatio de Duillier. Il rapporto fra i due – pare – diventò
quasi morboso, fino a quando nel 1694 Fatio non se ne andò, e Newton
reagì con un bell'esaurimento nervoso.
Per
riuscire a risollevare il morale di questo grande genio, gli si offrì
un posto alla Zecca Reale, di cui divenne direttore nel 1699. Anche
qui si fece notare per l'importanza e le innovazioni delle sue idee.
Fu
inoltre membro del Parlamento, e in quanto tale fece
un unico ma fondamentale intervento:
Newton ormai anziano che con tutta la sua fierezza interviene nell'importante discussione in parlamento con la seguente osservazione: “Fa
freschetto, non possiamo chiudere la finestra?”
Morì
all'età di 84 anni, nel 1727, e nonostante il suo caratteraccio
(gira voce che abbia riso una sola volta in tutta la sua vita) fu
salutato con grande dispiacere. Le testimonianze dicono che ebbe un
funerale degno di un re.
Il suo epitaffio recita:
“Si
rallegrino i mortali perché è esistito un tale e così grande onore
del genere umano!”
Quando
il suo corpo fu riesumato e si trovarono grandi quantità di mercurio
fra i suoi capelli, un sospetto colse i presenti.
“Oh
ma magari non aveva davvero un brutto carattere, magari era impazzito
per via del mercurio inalato durante gli esperimenti!”
Certo
è che a 4 anni comunque voleva bruciare la casa con la madre dentro,
quindi io mi terrei il beneficio del dubbio.
Una cosa è certa:
Newton, al di là della sua follia (più o meno reale) fu sicuramente
un genio in diversi campi. Per questo motivo vogliamo portare la
vostra attenzione su due grandi insegnamenti che la sua biografia ci
regala: il primo riguarda il fatto che, per sua stessa ammissione, la
cosa più complicata di cui si sia mai occupato fu lo studio della
cronologia antica. Sì. Una questione storica. Tiè.
La seconda invece è
che non importa che tu sia stata una delle più grandi menti della
storia, in nessun caso vuoi vedere la mia collezione di meridiane
è un buon modo per approcciare una donna.