mercoledì 31 dicembre 2014

Happy Classy New Year


L'oroscopo di Perlaporcella

A noi di Paolo Fox non ci frega una beata mazza!
Noi ci facciamo un baffo di Branko e ridiamo in faccia a Rob Brezsny!
A noi i vostri oroscopi non ci sfiorano neanche la doppia punta del capello.
Perché a NOI l'oroscopo ce lo dice Perlaporcella!


Ariete
Lo so, lo so: il tuo è il segno di Leonardo da Vinci, di Raffaello, di Cartesio, di Carlomagno (tuttoattaccato). Il tuo pianeta dominante è Marte, il tuo elemento è il fuoco, il tuo colore è il rosso. L'abbiamo capito. Sei perfetto per sfondare porte, entrare di prepotenza nel territorio nemico e vincere la guerra, ma c'è solo un problema Ariete: non SEI IN GUERRA!  Non puoi scatenare una rappresaglia ogni volta che finisce la carta igienica in bagno. Deponi le armi una volta ogni tanto! Smettila di insultare la cassiera lenta al supermercato, smettila di suonare il clacson in macchina e soprattutto smettila di suddividere il mondo in buoni e cattivi. Anche perché lo sappiamo entrambi, tu di certo non stai dalla parte dei buoni. Alla fine anche Hitler e Van Gogh sono nati sotto il tuo stesso segno... no, così, giusto perché tu lo sappia. 


Toro

Caro Toro, lo sappiamo che hai i tuoi tempi, che sei un animale lento. Lo sappiamo che il tuo peso poi ti rende praticamente impossibile da spostare una volta raggiunto il traguardo. Però datti una svegliata! Nel 2015 usa il cervello Toro. In quella enorme testona dura come il marmo che ti ritrovi risiede della materia grigia servibile! USALA! Ti servono le istruzioni? Pure Machiavelli era Toro come te ed è diventato l'emblema della furbizia! Tu a tal proposito cosa hai intenzione di fare? Se non ti dai una mossettina finirà che arriverai quando gli altri sono già tutti a festeggiare e tu rimarrai fuori al freddo e ti perderai la più grande festa del secolo. Alla quale, per altro, non eri stato invitato. 


Gemelli
Veniamo a noi due Gemelli. Una volta ogni tanto, nella giornata, RESPIRA. Stai fermo un secondo e RESPIRA. So che è difficile. Me ne rendo conto, ma ce la puoi fare. So che andare a comprare quel paio di scarpe bellissimechevendonosoloinquelnegozioincentro ti sembra di vitale importanza. ma indovina un po'? NON LO È! Gemelli ti devi rilassare. Nel 2015, prima che ti venga un esaurimento (o che tu lo faccia venire a chi ti circonda), vai alle terme, a fare un massaggio, fai la riflessologia plantare, vai dall'analista, vai dove ti pare! Ma fai qualcosa perdio! Starti vicino è stressante. Se proprio non ce la fai a stare tranquillo, impara a sfogare le tue frustrazioni altrove, come aveva fatto quell'altro gemelli, il marchese De Sade.


Cancro
Cancro, lo sappiamo tutti che sei coraggioso, profondo, emotivo, pieno di sentimenti e di idee, però Cancro daj, effattela una risata ogni tanto. Mamma mia come sei serioso. Sì, lo abbiamo capito che sei fortissimo, intelligentissimo e stilosissimo, però ridi! PerdioRIDI! Sì, magari ti verranno due rughette ai lati della bocca, ma almeno i tuoi amici saranno un po' più contenti di uscire con te. Sei come la nonna, che appena le dici che ti sei trovato il moroso, ti risponde "eh anche io stavo tanto bene con il tuo caro nonno, pace all'anima sua". Daisù Cancro, per il 2015 devi farti almeno un paio di risate a settimana; pensa che persino Enrico VIII, pure lui Cancro, si è fatto una risata mentre decapitavano Anna Bolena. In caso contrario...boh, vai in ritiro al Polo Sud, non so. Non vedo altra soluzione. 


Leone
Leon Leoncino del mio cuore qui si abbisogna una chiacchierata. Nel 2015 dovrai smettere di vivere della tua luce riflessa. I tuoi amici non ti sopportano più. In realtà stanno congiurando contro di te e tu sei il solo che non se n'è accorto. Persino tua madre gli sta dando una mano. Togliti una buona volta gli occhi di dosso e guardati attorno, perdio! Il mondo è bello. Le persone sono belle... le altre persone, non tu, tu sei una brutta persona. E se non la smetterai di comportarti male ti manderemo in esilio nell'Isola di Sant'Elena con quell'altro leoncino: Napoleone Bonaparte.


Vergine
Ok, per leggere questo oroscopo devi lasciare giù i ferri da calza e il puntocroce. Vergine! Non essere deprimente come il tuo nome vorrebbe. Esci una buona volta. Fai qualcosa. Nel 2015 ti impongo di ubriacarti almeno una volta alla settimana. Sei una palla al piede. Basta! Hai 98 anni interiori. Fai uscire il 15enne che è in te. Pensa che bello: gli ormoni, gli ammori, la voglia di fare, di uscire, di ballare nudi nei prati. Ma che te lo dico a fare a te Vergine, che queste cose non le hai fatte nemmeno a 15 anni. Impara da qualcuno del tuo stesso segno: Agatha Christie dopo essere stata lasciata dal marito si mise con un aitante archeologo più giovane di lei. Alla faccia di tutti!


Bilancia
Caro Bilancia. So cosa stai pensando. La risposta è NO! Toglitelo dalla testa! Ma come ti viene in mente?
In questo 2015 dovrai fare le cose omologandoti alla società che è tendenzialmente composta da persone normali: lavarti i denti dopo ogni pasto, non correre con le forbici in mano, dare la precedenza, fermarti agli stop, aiutare le vecchine che attraversano la strada con la spesa e soprattutto smetterla di fare cose sordide in posti sordidi con persone sordide. Il mondo non è ancora pronto per te. Hai visto cos'è successo a quell'altra Bilancia che cantava fuori dal coro, il povero Oscar Wilde? Smettila di gridare ai bambini che Babbo Natale non esiste, sconvolgere la loro infanzia non renderà migliore la tua. Hai capito Bilancia? Datti una calmata.


Scorpione
Ciao Scorpione. Guarda, io avrei un po' di paura a dirti cosa fare nel 2015. No, perché poi lo sappiamo che ti offendi, mi insulti, mi fai causa, vieni a casa mia con un fucile a sterminare la mia  famiglia... insomma, le solite cose che sei solito fare quando qualcuno osa darti un consiglio non richiesto su quello che fai/hai fatto/farai/hai in mente di fare/hai vagamente pensato. 
Senti Scorpione, io te la butto lì, ma se quest'anno provassi a dare un vago e disinteressato ascolto ai consigli dei tuoi amici invece che minacciarli e inveire contro di loro? No, dico così per dire eh. Lo Scorpione Pablo Picasso se lo poteva pure permettere di avere un caratteraccio, ma tu non sei un grande artista, quindi facciamo che ti calmi.


Sagittario
Caro Sagittario, si sa: tu ami la vita. Sei allegro, fai quello che ti pare, non ascolti nessuno e vai dove ti porta il cuore, come direbbe un Sagittario come te, Susanna Tamaro. "Carpe Diem" diceva Orazio (sagittario pure lui) e BELLA CAZZATA dico io. Ragazzo, smettila di cogliere tutti gli attimi che ti capitano a tiro; per il 2015 il tuo compito sarà “prenditi un attimo per respirare, contare fino a 10 e solo dopo agire”. Smettila di essere così entusiasta per tutto. Non te lo hanno detto che il mondo è un posto orribile? La situazione prima o poi ti sfuggirà di mano: persino Woody Allen è stato giudicato male per aver sposato la figlia adottiva della sua ex moglie. E lui era Woody Allen. Tu sei solo tu. 


Capricorno
Bello de mamma! Tu, tra tutti questi undici disadattati sei il segno sobrio designato. Capricorno, tu sei quello che porta a casa tutti. Bravo. Un applauso a te. Già. Peccato che, te lo devo dire, se superi i 30 km/h ti assicuro che non succede niente. Guarda che ci stanno sorpassando pure le vecchiette in bici! Sei di una lentezza disarmante Capricorno, lasciatelo dire. Sì, bravo eh, per carità, è davvero splendido che tu sia l'unico segno davvero responsabile, però anche tu, ogni tanto puoi prenderteli 10 minuti di pausa. Una botta di vita. Piccolapiccola. No vabbè, ma che te lo dico a fare a te, alla fine il Capricorno è pur sempre il segno zodiacale di Gesù! E lui si è sacrificato per l'umanità. Ah, che bello essere Capricorno, sì, proprio bellobello. 


Acquario
Lo sappiamo Acquario, tu vuoi bene a tutti. Tutti sono buoni, tutti hanno qualcosa da dare, tutti meritano di stare bene e TU LI AIUTERAI. È tutto molto bello, Acquario. La tua indole è molto simile a quella di un Orsetto del cuore, lo sappiamo. Sei una persona splendida! Ma dannazione Acquario! Nel 2015 abbi un briciolo di fegato in più e scrollati di dosso queste sanguisughe per poter combattere le tue battaglie. Lascia perdere quelle degli altri che poi così tante cose assieme non le sai fare e ti viene tutto male. Non sei portato per le grandi imprese. Fattene una ragione! Non fare come un altro famoso Acquario, Lord Byron, sopravvissuto a fior fior di battaglie e cazzi e mazzi, per poi morire... di febbre. La tristezza.


Pesci
E ora veniamo a noi Merluzzino del mio cuore; nel 2015, caro Pesci, comprati una bella lavagnetta con dei gessetti colorati, e usa la suddetta per scriverci sopra, in modo chiaro e sintetico, quello che pensi ma soprattutto quello che vuoi comunicare agli altri. Perché ti assicuro che il 90% di quello che dici NON SI CAPISCE. Non che i concetti siano troppo complessi per carità, ma cambi idea ogni venti minuti, ti contraddici tre volte in una frase di due righe. Pesci, devi capire che il resto del mondo non può vivere dentro la tua testa (diocenescampi), sii più chiaro! Una giornata non ha abbastanza ore per comprendere le tue elucubrazioni mentali. Se proprio non ce la fai a essere chiaro poi, fai una cosa: prendi esempio da quell'altro Pesci, il buon Amerigo Vespucci, e viaggia lontano. Tanto lontano.

giovedì 25 dicembre 2014

A Christmas Carol secondo Perlaporcella


Buon Natale popolo del web.
Saluti a tutti coloro che in questo momento si stanno annoiando a tavola con i parenti e anche a quelli che stanno rotolando giù dalla sedia a causa della settima porzione di lasagne della nonna che ti vede "un po' sciupato".
Che voi siate al primo, al secondo, al dolce o ancora all'antipasto poco conta, l'importante è che stiate tutti facendo cose natalose che si fanno a Natale.
Perché noi non saremo da meno.
E così abbiamo deciso di proporvi la nostra personalissima versione del Canto di Natale di Charles Dickens.

L'ha fatto Paperon de Paperoni.

L'hanno fatto i Flinstones.
Jim Carrey.

E pure il professor Xavier.

Quindi direi che manchiamo solo noi.

*Effetto nebbia, musica di sottofondo, voce di Vincent Price e iniziamo.*

La lieta novella comincia a Londra nel 1843 dove incontriamo Ebenezer Scrooge (che da ora in poi chiameremo Eby), un vecchiettino incattivito che è solito prendere a calci i cani e bucare i palloni dei bambini che incautamente li fanno volare nel suo giardino. 
Al caro Scroogino il Natale proprio non piace, tanto che costringe il suo unico e solo impiegato Bob Cratchit (sottopagato e sfruttato) a lavorare anche la vigilia.
Una volta conclusa la giornata lavorativa (al freddo e al buio, mica vorrai sprecare soldi per le candele e il carbone GIAMMAI) il caro Eby torna a casa sua e già sulla via del rientro comincia a vedere cose inquietanti.
Il vecchierello però non si preoccupa, sarà la cataratta incombente, e si addentra in casa senza far troppe domande.
Quand'ecco però che i rumori inquietanti proseguitano ed ecco che -colpodiscenasioriesiori- appare il fantasma di Jacob Marley, ex defunto socio di Eby, avvolto da catene e lucchetti facendo un fracasso infernate.
Alorachec'ègentechevuoledormire! 
Machecazz? Fa per dire il buon Eby, quand'ecco che Marley lo interrompe dicendogli che la sua catena se l'è forgiata in vita a causa dell'egoismo con il quale ha condotto la sua vita da taccagno rompicazzo.
Avverte quindi Eby che stellastellina la tua catena è più lunghina; quindi ocio!
Fai il bravo o cazzituoi.
Inoltre lo avvisa che tre fantasmi verranno a fargli visita affinchè lui possa capire quanto, da uno a dieci, stia conducendo male la sua esistenza terrena.
Sbatty. 
Per primo arriva infatti lo spirito del Natale passato.
Stia con noi, qui con noi, si rilassi d'ora in poi! 

Lo spirito lo porta con sé a vedere la sua infanzia ormai dimenticata: chiaramente di una tristezza infinita. 
Harry Potter Eby infatti era un bimbo triste, studiava in collegio, orfano di madre etc..
L'unica persona joiosa della sua infanzia era sua sorella Fanny che gli voleva talmente bene da convincere il papà cattivo a riportarlo a casa per Natale. 
Chiaramente Fanny muore. 
No ma grazie! 
Vede poi la sua gioventù da stagista e la sua fidanzatina del tempo che, manco a dirlo, lo molla perché lei è una ragazza buona e umile e lui si sta attaccando un po' troppo al vile e putrido denaro. 
Eby torna quindi a casa, sconvolto e un po' rattristato dalla visione del suo infelice passato e decide di farsi una pennichella in attesa del secondo fantasma. 
Il fantasma del Natale presente.
Che, nonostante Dickens ce lo racconti come una specie di Babbo Natale enorme vestito di pelliccia, a noi, per fare la coppia con quello di prima, piace immaginarlo così: 



Lo spirito lo conduce a vedere tutti i Natali meravigliosamentemeravigliosi che le persone stanno passando in quel momento: gente che mangia, che beve, che si ubriaca, che picchia i figli, che scarta regali e tanto altro. Insomma, tutte splendide attività. 
Questo fino a quando non lo porta a casa dello sguattero Bob Cratchit che ovviamente è poverello e ha un figlio malato a cui non può comprare le medicine. Mai una joia.
Tornato nuovamente indietro il caro Eby si imbatte nel terzo ed ultimo spirito: lo spirito del Natale futuro. 
*musica di suspense* 
Quest'ultimo non parla ed è avvolto in un mantello nero da cui nulla traspare se non una manina rachitica. 

EXPECTO PATRONUM! 

La figura lo invita a seguirlo, sempre in totale silenzio, e gli fa vedere il lieto futuro a cui sta andando in contro: 
la sua triste, inevitabile, sola e deprimente MORTE! 
Ah beh! Pensavo peggio. 
Oltre a ciò, per rigirare il dito nella piaga, gli mostra che a causa sua anche il figlio malato del povero Bob Cratchit è passato a miglior vita. *lacrimuccia* 

Ed ecco che con questa visione infausta il caro Eby si sveglia la mattina di Natale e decide che basta, mi ravvedo, da oggi sarò un uomo nuovo, farò delle buone azioni e non guarderò mai più un cinepanettone giuringiurello. 
Decide quindi di dare un sacco di soldi in più al suo dipendente preferito e non più sfruttato, in modo da poter salvare la vita del di lui pargoletto e tanto per gradire gli fa recapitare a casa un tacchino da mille mila chili con cui ingozzarsi. 
Da quel momento il caro Eby sarà buono e bravo con tutti e festeggerà sempre il Natale con tante candeline e caramelle di zucchero. 
*Musica allegra di sottofondo, sfumato nero, FINE* 

Questo romanzo piacque così tanto al buon scrittore Stevenson che, spinto dal desiderio di scrivere qualcosa di altrettanto gggioioso e pieno di ammore, scriverà poi il suo romanzo di maggior successo: Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.
Uguale uguale.

Buon Natale a tutti popolo del web. 
Bevete, scartate e mangiate tanto e bene, ma non il maiale, che poi Perlaporcella si offende. 

Vidi&Vici

lunedì 22 dicembre 2014

San Nicola di Bari: le origini di Babbo Natale.

Lo conosciamo come San Nicola di Bari, ma nella sua vita -e successivamente- è stato conosciuto come San Nicola di Myra, San Nicola dei Lorenesi, San Nicola Magno, San Nicolò e San Niccolò, ma per la sua mamma (la signora Giovanna) rimarrà sempre e comunque il piccolo Nichy.
Nel VI secolo il caro Nicola era un santo talmente popolare che solo a Costantinopoli c'erano ben 25 chiese che portavano il suo nome.
Oggi è famoso in tutto il mondo con il nome di Babbo Natale.
Paradossalmente del povero Nicola si sa ben poco, se non che nacque in una data fra il 261 e il 280 dopo Cristo (vent'anni più, vent'anni meno). Una volta adulto divenne vescovo di Myra, per poi venire imprigionato nel 305 durante le persecuzioni di Diocleziano. Lo libererà Costantino nel 313, e il buon Nicola tornerà quindi a fare il vescovo.
Fra i picchi della sua carriera vescovile si ricorda quella volta in cui prese a sberle Ario (quello dell'arianesimo, ne abbiamo parlato nel post di Sant'Ambrogio, ricordate?).
Ah, i bei tempi in cui le dispute teologiche avvenivano a suon di schiaffoni in faccia.

Ma perché Babbo Natale?
Partiamo dall'iconografia: San Nicola viene generalmente rappresentato con tre palle.

 Nel senso di tre sfere, che avevate capito?

Leggenda narra che San Nicola avesse sentito di una famiglia il cui padre era caduto in disgrazia. Avendo tre figlie aveva ben pensato di mandarle a prostituire e così Nicola, commosso dalla triste storia, andò alla casa di questa famiglia per tre notti di fila, e ogni notte lanciò un sacchetto pieno d'oro, uno per ogni figlia, perché lo usassero come dote per sposarsi e rimanere ragazze oneste.
E il padre si attaccò perché era un infame e a San Nicola quelli che vogliono prostituire le figlie proprio non ci piacciono. I tre sacchetti d'oro sono rappresentati dalle tre sfere dorate.
Insomma, da allora San Nicola è conosciuto come il santo patrono degli innocenti e dei fanciulli e, con questa storia dei doni portati la notte in segreto, costituisce la base per il personaggio del Babbo Natale che tutti noi conosciamo.

Una piccola precisazione: nonostante sia diffusa la credenza che il Babbo Natale originale fosse verde e che sia diventato rosso per via della Coca Cola, in realtà già Sinterklaas (la versione olandese di San Nicola) è sempre stato rappresentato vestito di rosso.

Nel tempo libero Sinterklaas ama anche impersonare Silente, il celebre preside della scuola di Harry Potter.

Quando San Nicola morì le sue spoglie furono conservate a Myra, la città di cui fu vescovo, e lì rimasero fino a quando, nel 1087, dei pescatori di Bari non decisero di andarle a trafugare, portarle nella loro città ed edificarci sopra una bella basilica.

Signore, io e gli altri abbiamo deciso che ci siamo stufati di pescare pesci e andiamo a recuperar reliquie.

Alla faccia di tutti gli altri.
Parte delle reliquie rimasero a Myra, almeno fino a quando i veneziani non trafugarono quello che rimaneva per spostarle nella loro abbazia di San Nicolò.
San Nicola ha poi assunto il ruolo di protettore di mercanti, pescatori, marinai, arcieri, prostitute, bambini, avvocati, prestatori di pegno, detenuti*, giardinieri, ballerine di can can, utenti apple, paninari, gatti siamesi, gerbilli e stercorari.
Altre ossa del santo sono sparse per l'Europa, ma con tutto questo stress dell'essere scomposto in giro, l'omero -quasi integro- si trova a Rimini per fare una vacanza.


In una recente intervista l'omero di San Nicola si sarebbe detto soddisfatto della sua scelta di abbandonare tutte le altre reliquie alla loro sorte. Avrebbe poi aggiunto: "altro che renne qui".




*lista reale solo fino a questo punto.

domenica 14 dicembre 2014

Carlomagno bravo padre di famiglia

Carlo Magno (o Carlomagno tuttoattaccato) fu re dei franchi, re dei longobardi, primo imperatore del Sacro Romano Impero e secondo imperatore di sticavoli.
Nacque da Pipino il Breve e da Bertrada di Laon, in una famiglia che poteva vantare il pessimo gusto per i nomi da generazioni. Suo fratello si chiamava Carlomanno, tutto attaccato.
Inizialmente i due si dividevano il regno, ma nel 771 Carlomanno morì in circostanze misteriose, e Carlomagno ereditò tutto quanto.

  "Pensava pure di fregarmi il nome cambiando una sola lettera, 'stostronzo."

Carlomagno aveva solo 20 anni e si ritrovava a governare un regno vastissimo, avendo unito anche la parte del fratello.
Una volta ottenuto il trono affermò la propria autorità con continue campagne militari: prima all'interno per eliminare i dissidenti, poi all'esterno per allargare il regno, e già che c'era cambiò pure moglie.

Ma prima ancora esercitare lo sguardotorvo (tutto attaccato). 
"Voglio vedere come ridono ora quelli che mi bullizzavano in terza elementare."

L'imperatore era un vero e proprio colosso: pare che fosse alto 192 cm, che se è tanto per noi, immaginate quanto fosse prima dell'anno 1000. Aveva una passione per il cibo, per le belle donne e per i cani.
Pur essendo cristiani, nelle popolazioni germaniche era piuttosto comune avere un sacco di concubine e cambiare moglie con la facilità con cui noi cambiamo i calzini. Insomma, per Enrico VIII sarebbe stato un sogno, poiché Carlomagno potè permettersi di cambiare così tante mogli che il suo biografo personale non ne ricordava tutti i nomi. Qui la lista di quelle conosciute:
- Imiltrude (quella abbandonata)
- Desiderata, con un nome troppo normale per gli standard, e che Manzoni ha deciso quindi di rinominare ERMENGARDA nel suo Adelchi.
- Ildegarda
- Fastrada
- Liutgarda
Più alcune concubine note:
- Maldegarda
- Gervinda di Sassonia
- Regina
- Adalinda

Si è calcolato che ebbe almeno 20 figli legittimi, a cui bisogna aggiungere tutti quelli che ebbe dalle varie amanti. Carlomagno cercò di offrire sempre ai poveri figlioletti qualcosa per mantenerli.
Il più sfigato fu il primogenito, avuto dalla prima moglie (Imiltrude): conosciuto come Pipino il Gobbo. Il problema era il seguente: i due non si erano sposati con rito cristiano ma secondo un rito delle loro parti che non costituiva un legame indissolubile, motivo per cui il povero Pipino il Gobbo e la sorella non erano considerabili realmente figli legittimi, e persero quindi i loro diritti nel momento in cui la madre venne ripudiata.
Non essendo più Pipino il Gobbo considerato legittimo, Carlomagno pensò bene di passare il suo nome al terzogenito, ora primo figlio legittimo, cambiandogli il nome da Carlomanno (nome del fratello morto) a Pipino, perché era giusto che il primogenito portasse il nome del nonno.
Quando ci fu una congiura nel tentativo di uccidere l'ex Carlomannoorapipino, Pipino il Gobbo venne accusato di esserne il mandante e costretto a farsi monaco fu rinchiuso in un monastero.

Le figlie invece pare non contrassero mai dei regolari matrimoni, ma divennero concubine e amanti dei vari cortigiani. Gira voce che Carlomagno fosse in realtà molto affezionato a loro e le usasse come spie a corte. Quando Carlomagno morì furono costrette a farsi monache e furono rinchiuse in un monastero.

Prima di morire però Carlo doveva preoccuparsi della successione: col fatto che la legge franca prevedeva che i territori venissero divisi fra i vari figli legittimi (come all'inizio lui aveva dovuto dividere il trono con suo fratello Carlomanno), la questione nel suo caso si faceva complicata.
Bene, come dividiamo i terreni? Quanti figli hai?”
Figli? Io? TRE.”
Maccome, c'è Pipino, c'è Carlomanno, c'è Rotrude, il piccolo Rotario, la gioiosa Adeltrude, e poi ci sono i gemelli, c'è Alpaide, c'è Pantofolarda, c'è il giovanissimo Sticavolanno, la bella Pneumatiltrude, l'avvenente Abelardo, gli altri gemelli, le gemelle femmine, c'è quello gobbo, c'è Vitichindo, e poi il promettente Ugo. Come dimenticarsi del promettente Ugo.”
No no. Sono TRE: sono Carlo, Pipino e Ludovico. Gli altri non contano, ero ubriaco. Ti pare che vado a chiamare i miei figli con quei nomi ridicoli.”

E così, i giovani Carlo, Pipino e Ludovico si preparano a dividersi il trono come i bravi fratelli che erano. Solo che Carlo e Pipino morirono prima del dovuto (in circostanze misteriose?) e tutto il trono finì sotto il sedere di Ludovico.

Quello che mi chiedo è perché alla luce di tutto questo Dürer preferisse tanto l'imperatore Carlomagno all'imperatore Sigismondo e abbia deciso di renderlo così palese affiancando i due ritratti.


domenica 7 dicembre 2014

Sant'Ambrogio




Aurelio Ambrogio, meglio conosciuto con il nome d'arte di Sant'Ambrogio, o con i meno apprezzati Ambrogio di Treviri o Ambrogio di Milano, era una delle personalità più in voga della Chiesa del IV secolo. Il buon Ambrogio veniva da una famiglia di tutto rispetto, che poteva annoverare fra i suoi membri ben tre santi: Santa Sotere, Santa Marcellina e San Satiro. A dirla tutta in realtà gli ultimi due erano suoi fratelli che sono stati fatti santi successivamente, ma Ambrogio nel curriculum non l'aveva scritto, sottolineando invece che con una percentuale del 50%, le quote rosa di santità nella sua famiglia era state pienamente rispettate.
La sua educazione fu ottima e all'età di 30 anni fu spedito a fare il governatore della provincia romana di Aemilia et Liguria, con sede a Milano. Ai tempi tirava una brutta aria fra cattolici e ariani, ma Ambrogio, grazie alle sue grandi doti diplomatiche, riuscì a mantenere un grande equilibrio fra le due parti.
Quando morì l'allora vescovo di Milano, il signor Aussenzio di Milano, il popolo cominciò a farsi irrequieto: il nuovo vescovo sarebbe stato ariano o cristiano? Dalla folla un bambino urlò: “Ambrogio vescovo! Ambrogio vescovo!”. La folla si unì: “Ambrogio vescovo! Ambrogio vescovo!”. Solo un panettiere di Bovisa urlò un “Ambrogio culo” nel momento in cui tutti stavano in silenzio, come succede sempre.

 Vescovo? Ma io neanche sono battezzato!



La folla insisteva, ma Ambrogio non ne voleva sapere: non sapeva nulla neppure di teologia! Uno che si vantava delle quote rose della sua famiglia certo non poteva accettare una simile raccomandazione. Per sporcare quindi la propria reputazione e far cambiare idea ai milanesi decise di far torturare un po' di gente e fare dei sexy party a casa sua con le signorine di Viale Zara. Il popolo però continuava: “Evvai Ambrogio, sei un uomo che sa prendere delle scelte difficili ma necessarie e che ha anche successo con le donne! Meglio di così non potremmo chiedere: AMBROGIO VESCOVO! AMBROGIO VESCOVO!”.
Alla fine, dopo una piccola fuga, si ritrovò costretto ad accettare. Si fece battezzare nel giro di sette giorni.
Per la faccenda dell'ignoranza teologica purtroppo sette giorni non bastavano.

 Ma che è 'sta roba. Dio ha creato il mondo in 7 giorni? Io in sette giorni sono riuscito soltanto a farmi battezzare.

Al contrario delle previsioni, Ambrogio si dimostrò all'altezza del compito: fu un eccellente oratore e rinunciò a tutte le sue ricchezze, dimostrandosi sempre disponibile ad accogliere chiunque ne avesse bisogno.

 Tu fai voto di povertà senza che ti sia richiesto e questi ti ritraggono sempre ricoperto d'oro. 
Che beffa.



Fra i suoi grandi meriti, quello di aver convertito quel signore conosciuto con il nome di Agostino di Ippona e che una volta cristiano adotterà il nome d'arte di Sant'Agostino.
Fece inoltre costruire quattro basiliche a protezione della città, fra cui quella che oggi conosciamo come Basilica di Sant'Ambrogio, ma che ai tempi era la Basilica Martyrum, poiché ospitava i corpi di due tizi disseppelliti a caso per l'occasione i corpi dei martiri San Gervasio e San Protasio.
Il nostro caro Ambrogio arrivò a essere così potente e stimato da potersi prendere il diritto di sgridare l'imperatore per il massacro di Tessalonica.

No, gioia. Tu non ci entri in chiesa dopo la porcata che hai fatto. E poi va bene che sono avanti ma siamo nel 300 e non sono ancora pronto ad accettare nella mia basilica quel tizio dalla sessualità ambigua che c'è dietro di te.


Se proprio proprio vogliamo trovargli un difetto, era giusto un filo antisemita.
Quando nel 388 a Callinucum una folla di cristiani inferociti distrusse una sinagoga e l'imperatore volle costringerli a ricostruirla a spese della Chiesa, Ambrogio si oppose: “L'ho fatta bruciare io, ti pare che la devo pure ripagare?”.
Ah.
Aggiunse: “Bruciare le sinagoghe è un ATTO GLORIOSO! E io non dirò più messa se farai ricostruire la sinagoga, siamo chiari? I massacri mi vanno bene solo se a essere massacrati sono gli ebrei. Ecco."
Nel frattempo decise anche di movimentare un po' le cose a messa, introducendo il canto ambrosiano: al posto dei salmi cantati da un solista o da un gruppo di coristi, Ambrogio introduceva ora i cori cantati dai fedeli: alternando le donne, gli uomini, i vecchi e i bambini. 
E ora su le mani! Adesso solo le donne! Ora solo gli uomini!! Sant'Ambrogio is in da house!
Fra le leggende si dice che un bel giorno di sole Sant'Ambrogio stesse passeggiando allegramente per Milano, quando notò un fabbro in difficoltà con un morso di cavallo. Avvicinandosi si rese conto che all'interno del morso vi erano i chiodi della croce di Cristo (sì insomma, l'abbiamo già capito dalla faccenda di San Gervasio e San Protasio che c'aveva un po' questa tendenza). Uno di questi chiodi è ancora conservato al Duomo di Milano e considerato autentico.
Purtroppo non ci è dato di sapere come ci sia arrivato nel morso di cavallo di un fabbro di Milano.
I corpi di San Gervasio e di Sant'Ambrogio sono ancora oggi conservati e visibili nella Basilica di Milano che porta oggi il suo nome. Quindi se volete potete andare a fargli un salutino.


Tutta 'sta fatica e poi mi conservano col primo poveraccio che ho disseppellito.