martedì 14 ottobre 2014

Anna Bolena: fai perdere la testa al re e lui ricambierà.

Ed eccoci arrivati alla seconda moglie di Enrico VIII: Anna Bolena, una donna così bella che il re, pur di sposarla, si fece scomunicare.
Una donna così bella che riuscì a saltare la fila chilometrica in cui stavano le innumerevoli amanti del re e sedersi direttamente sul trono.
Eccola: 
Il ritratto qui sopra è una copia, l'originale è orapurtroppoandatoperduto.


Sì beh, insomma. Diciamo che era simpatica, un tipo.
Anna Bolena era, in ogni caso, quella per bene delle due sorella Bolena (Anna e Maria). Entrambe vennero spedite a lavorare come dame di compagnia in Francia, alla corte di Francesco I, dove Maria divenne quella che il sovrano francese chiamava, con una certa nostalgia nella voce, a vent'anni di distanza, “la puledra inglese”, o il ben più elegante “grande e vergognosa prostituta”.

 
 Francesco I con aria sorniona: “Non dico altro perché sono un signore”.

Così, mentre Maria passava il suo tempo con i baldi giovini della corte francese, Anna imparava a vestirsi, imparava la storia dell'arte, la letteratura, la musica, la filosofia, la danza.
Intanto la sorella continuava a “fare conquiste”.

Una volta tornate in Inghilterra Maria sposò William Carey e gli sposi ebbero dimora a corte, dove dopo qualche anno la ragazzaccia delle due sorelle Bolena diventò l'amante del re.
Nel frattempo Anna era diventata la dama di corte di Caterina d'Aragona, la prima moglie di Enrico VIII.
Il 4 marzo del 1522 Anna fece il suo debutto a corte ad un ballo mascherato, nei panni della Perseveranza. Pare che, nonostante fosse la meno bella delle due sorelle Bolena, Anna ricevette diversi corteggiamenti durante il ballo. Tralasciamo tutta la serie di amanti e non amanti avuti dalla Bolena perché è davvero troppo anche per noi, e arriviamo subito al più illustre di loro: Enrico VIII cominciò a corteggiarla in modo spietato e, colpo di scena, venne continuamente rifiutato. La cara Anna, che al contrario della sorella Maria era una tipa tosta che aveva passato il suo soggiorno in Francia ad istruirsi invece che passare da un letto all'altro, capì che ad ogni suo rifiuto il re si incaponiva ancora di più.
Per SETTE ANNI (sette) (no, dico: SETTE) la Bolena si rifiutò di concedersi al re e per SETTE ANNI (no, davvero, SETTE) il re continuò a tentarci, finché la nostra cara Anna non diede l'ultimatum: “abbello, o mi sposi o col cavolo che te la do!”


 “Sarà meglio che ne valga la pena”.

Enrico chiese quindi l'annullamento del matrimonio con Caterina al papa, ma siamo nel 1527 e il papa (cambiato di nuovo nel frattempo, ora è Clemente VII) è un po' occupato con quella cosa chiamata “c'è appena stato il sacco di Roma e io sono giusto un filo prigioniero di Carlo V”.

 “Risponde la segreteria telefonica di papa Clemente VII: il papa è al momento prigioniero di Carlo V e non ce ne ha per le palle di ascoltare le tue fregnacce sull'Anna Bolena che non te la vuole dare senza fede al dito”. Non si può stare tranquilli neanche quando si è prigionieri.

Ma Enrico non mollò e raggiunse il papa in Spagna per chiedergli di nuovo: “non è che mi faresti divorziare da Caterina? Voglio dire, hai visto com'è ingrassata? Non mi sembra mica giusto che me la si offre topa e questa nel giro di 10 anni mette su 30 chili. Scusa eh, ma quando ce vo ce vo”.
Il papa decise di no. Fatto sta che alla fine Enrico decide che questi sette anni (no, ma sul serio, sette!) in cui la Bolena gliela fa vedere ma non toccare sono veramente troppi: comincia a concederle una stanza vicino alla sua. Poi caccia Caterina e le dà proprio la sua stanza. Il papa intanto sbraita: “cosa diavolo state facendo, allontanate la Bolena dalla corte inglese, non vedo nessun anello al suo dito!”
Nel frattempo la cara Anna era diventata la persona più potente a corte e tenendo il re al guinzaglio un bel giorno gli disse: “Enri, dolcezza, hai sentito di quei riformisti religiosi che pensano che una sola persona non possa governare da sola un'intera Chiesa? Cioè insomma, ma chi si crede di essere questo Clemente VII? Sai cosa ho sempre sognato sin da bambina? Una Chiesa TUTTA MIA!”
Sette anni di attesa possono rimbambire il più saggio degli uomini, e fu così che Enrico VIII acconsentì.

 “Sì ma comunque io il matrimonio precedente non l'ho mica annullato!”

Caterina cercò di appellarsi a Roma per avere giustizia, ma Enrico aveva già messo le mani avanti: “Ah, non te l'ho detto? Giusto l'altro giorno ho deciso di fare e approvare una legge per cui le questioni inglesi possono essere risolte solo da tribunali inglesi. Sai...i MIEI tribunali.”
A Caterina non rimase che andarsene.
Finalmente, dopo sette anni (SETTE) di corteggiamento, Enrico poteva tentare di ottenere il tanto agognato erede maschio. Anna era incinta, era stata incoronata (il popolo la odiava, ma dettagli), il papa non poteva più rompere le scatole, gli oppositori erano stati giustiziati: tutto andava per il meglio. Così, finalmente, il 7 settembre del 1533, nel palazzo di Greenwich, nacque il nuovo bebè reale.
“Vostra maestà, evviva: è una FEMMINA!”
ENNOEH!!


Ma il matrimonio proseguiva: Anna litigava con Enrico per via dei continui tradimenti, Enrico non sopportava certe caratteristiche di Anna, come quella di essere un po' troppo furba e intelligente per essere una donna. Lei, nel frattempo, alla faccia di tutti, faceva cucire ovunque il suo motto: “la più felice”.
Dopo la piccola Elisabetta, Anna rimase incinta altre tre volte, e per tre volte abortì.
Fu così che Enrico VIII contattò i suoi uomini più fidati con una domanda: “Maaaa...tipo. Se io volessi separarmi da Anna, mi ritroverei costretto a tornare con Caterina?”
Il 7 gennaio del 1536 Caterina morì, non si sa bene se perché malata o perché avvelenata, e fu così che per Enrico ormai la volontà di volersi liberare di Anna era una certezza: come mi libero di questa?

Alla fine optò per un'accusa di alto tradimento, così prese lei e una manciata di uomini che non gli andavano genio e la accusò di averlo tradito con TUTTI loro, fra cui c'era anche suo fratello, il povero George Bolena a cui poco prima era anche stato negato il titolo di cavaliere dell'ordine della giarrettiera*.
Vennero tutti giustiziati e lei accusata adulterio, incesto, stregoneria e di aver complottato assieme alle sue decine di amanti contro il re. Tecnicamente la pena per questo genere di accuse era il rogo, ma il re si sentì magnanimo e la fece solo decapitare. Speravo di potervi dire che Maria, quella scema e facile, fa una brutta fine mentre la sorella scaltra e colta si salva, ma insomma, niente. Mi spiace.
Anna morì il 19 maggio del 1536.
Il 20 maggio del 1536 Enrico VIII sposa la sua terza moglie: Jane Seymour.


*Il NOBILISSSSSIMO Ordine della Giarrettiera è l'ordine cavalleresco inglese più elevato. Il suo motto è: “Sia vituperato chiunque ne pensi male”.


 No no, per carità. E chi pensa male.

3 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie Davide!
      (Non appena la mia connessione la smetterà di fare schifo darò anche un'occhiata al tuo blog. Sai com'è, qui siamo solo nel 1500.)

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  2. Sì vabbè, sette anni ma nemmeno se ti chiami Olivia Wilde!

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